olocausto: Sembra impossibile!!!

Per la gentile segnalazione di Patrizia (Marina degli Stati Uniti) si pubblica questa Catena che continua a girare… c’è chi abbracciando tesi negazionistiche arriva persino a negare i terribili orrori commessi dai immondi carnefici. L’olocausto è uno dei più grandi orrori che l’umanità abbia mai concepito. L’olocausto è stato il male per eccellenza e ciò sia da monito per tutti noi. La malvagità è la cosa più stupida che caratterizza l’uomo che a volte sa essere mostruoso e ripugnate.
potete verificare sul sito della bbc qui
la catena circola almeno dal 2005 in diverse varianti…

Nel Regno Unito l’insegnamento dell’Olocausto viene regolarmente svolto ed è presente in tutti i piani di studio, dunque quanto affermato dalla catena è privo di fondamento.

segue il testo della catena :

Sembra impossibile!!!

Il Generale Dwight D. Eisenhower aveva ragione

nell’ordinare che fossero fatti

molti filmati e molte foto.

OLOCAUSTO

Esattamente, come è stato previsto circa 60 anni fa…

E’ una questione di Storia ricordare che,

quando il Supremo Comandante delle Forze alleate
(Stati Uniti, Inghilterra, Francia, etc.),

Generale Dwight D. Eisenhower,

incontrò le vittime dei campi di concentramento,
ha ordinato che fosse fatto il maggior numero di foto possibili,
e fece in modo che i tedeschi delle città vicine
fossero accompagnati fino a quei campi
e persino seppellissero i morti.

E il motivo, lui l’ha spiegato così:
‘Che si tenga il massimo della documentazione
– che si facciano filmati – che si registrino i testimoni –
perché, in qualche momento durante la storia,

qualche idiota potrebbe

sostenere

che tutto questo non è mai successo’.

‘Tutto ciò che è necessario per il trionfo del male,

è che gli uomini di bene non facciano nulla’.

(Edmund Burke)

Ricordiamo:

Questa settimana, il Regno Unito ha rimosso l’Olocausto

dai piani di studio scolastici
poichè “offendeva” la popolazione musulmana,
che afferma che
l’Olocausto non è mai esistito…



Questo è un presagio spaventoso sulla paura

che si sta diffondendo nel mondo,

e che così facilmente ogni Paese

sta permettendo di far emergere.

Sono trascorsi più di 60 anni

dal termine della Seconda Guerra Mondiale.

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si prega di inviare una e-mail prima del 28 febbraio da @istruzione.it

NOTIZIA VERA :

Per coloro che hanno una e-mail registrata su @istruzione.it
è necessario inviare una e-mail per evitare la disattivazione dell’account.

Il Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca fornisce una casella di posta nel dominio istruzione.it al personale docente in servizio, e incoraggia l’uso della posta elettronica per scambiare informazioni, migliorare le comunicazioni, e per rendere più efficaci ed efficienti i processi di lavoro a supporto della missione istituzionale dell’Amministrazione. Il servizio è gratuito per i docenti ma ha un costo per l’Amministrazione: pertanto, al fine di ottimizzare l’impiego delle risorse finanziarie utilizzate per la gestione del servizio di posta elettronica, si comunica che il 28 febbraio 2011 si procederà alla disattivazione delle caselle di posta elettronica istituzionale dei docenti che risulteranno, alla stessa data, non utilizzate dal 1 aprile 2010.
Si precisa che NON verranno disattivate le caselle di posta su cui è impostato l’inoltro automatico verso un’altra casella, e quelle associate ad utenti registrati sull’applicazione Istanze On Line.

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Svizzera: barboncino ucciso per tasse non pagate, era una bufala

Era solo una bufala la storia del barboncino ucciso in Svizzera perché la padrona non aveva pagato le tasse. Sembra che non esista nemmeno una signora Marilena Iannotta nella cittadina di Rencovilier, comune del Giura Bernese. La bufala messa in giro da ignoti raccontava che il cane sarebbe stato condannato a morte perché la proprietaria non aveva pagato una tassa (legge cantonale risalente al 1904) sul possesso dell’animale domestico: 50 franchi, poco oltre 38 euro. Il sindaco della cittadina è stato quindi bombardato di messaggi di posta elettronica. Ma lo stesso primo cittadino ha smentito tutto: “Un’invenzione della stampa non so neppure chi sia questa donna, non esiste. Qui a Reconvillier i cani non li ammazziamo. Non è vero niente. Mi ha già chiamato la televisione Tsr, ma ora sono stufo di questa storia.

fonte: segnalazione

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Repubblica ritrova Atlantide. Ma è una bufala

Le linee che hanno giocato un brutto scherzo al sito di Repubblica.

Atlantide scoperta grazie a Google Ocean, la versione marina di Google Earth. Ma è un errore clamoroso di interpretazione.

Repubblica cercava la mitica città di Atlantide, ma prende un granchio. È l’ennesima bufala tecnologica. Sul sito del quotidiano vengono pubblicate le immagini di strane linee che comparirebbero sulle mappe di Google Earth in mezzo all’oceano Atlantico.
Recita l’articolo di Repubblica: «Un rettangolo perfetto nascosto nei fondali dell’oceano Atlantico, a pochi chilometri dalla costa settentrionale dell’Africa e non lontano dalle isola Canarie. È qui, secondo l’ingegnere aeronautico inglese Bernie Bamford, che si nasconderebbe la soluzione a quell’eterno mistero chiamato Atlantide».

Bufala oceanica
Peccato però che quei segni, come già scritto su Focus, non sono altro che linee di giunzione tra mappe digitali. Si tratta di un errore, di un inganno visivo dovuto alla tecnologia utilizzata da Google.
Ironia della sorte, Repubblica in giornata smentisce se stessa e la notizia che ha dato. Ma non toglie la fotogallery che per un paio d’ore rimane online e in home page.

fonte: focus.it

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Nicosia: la sentenza che mischia phishing, pharming e dati personali

Mi è appena giunta notizia di una sentenza emessa dal giudice civile del tribunale di Nicosia.  Leggendo sui giornali, in particolare su un comunicato emesso da agi leggiamo “precedente importante: differenza tra “pharming” e “phishing”, dopo l’iniziale sbigottimento continuo a leggere l’intera vicenda. La cosa mi puzza di bruciato,  non è tecnicamente possibile.

Per adesso  volutamente non scendo nei particolari, ma non posso credere che la storia si è volta  nei modi in cui è stata narrata dal comunicato agi che riporterò sotto per completezza.

Cominciano a chiarire che il “pharming” per essere considerato tale non deve prevedere un qualcosa che  per forza dia l’accesso fisico al server dei correntisti, per i più curiosi, uno degli esempi più classici,  sempre se andiamo oltre una banale googlata,  è  la tecnica denominata cache poisoning;  tale attacco estremamente obsoleto non prevede l’accesso fisico al sito web della banca, stiamo parlando di dns e quindi che caspita centra il sito web della banca ? ????????
e poi se ho già l’accesso al sito della banca a che mi serve “sovrapporre una pagina clone” ?

Concretamente si parla di  pharming quando un delinquente si impossessa di una subnet per propagare malware e ci troviamo in presenza di  una subnet infetta.

Qui si parla della sostituzione di una pagina con una copia per carpire i segreti del correntista.

Se ciò è avvenuto si tratta di “defacement” e non di pharming, ma anche questa è una situazione che non ha nulla a che vedere con il sistema dei conti,  ma volendo sposare questa fantasiosa ipotesi:  ammettiamo che siamo  in presenza di certificato ssl non valido è alquanto difficile entrare senza intercettare i pacchetti inviati. Chi è ad inviare i pacchetti ??? il cliente…

Morale della favola,  in sintesi  si è trattato per essere benevolo di una semplice vulnerabilità xss e sto facendo una ipotesi ,  o meglio ci troviamo di fronte ad un semplice caso di Phishing come tanti.

Lascio ai vostri occhi deliziarvi con il comunicato agi, diffuso in ogni dove:

Pirata informatico ruba da conto cliente, condannata la banca

Precedente importante: differenza tra “pharming” e “fishing”
Il giudice civile del tribunale di Nicosia (Enna) ha condannato una banca a risarcire il cliente vittima di «pharming». A pronunciare la sentenza contro il Banco di Sicilia, il giudice Marco Carbone che ha stabilito un precedente in una materia ancora controversa.

Il giudice ha condannato la banca a restituire circa 17mila euro, sottratti dai pirati informatici a una commerciante, oltre che a risarcire mille euro per il danno non patrimoniale.

La sentenza pone una demarcazione tra due diverse truffe informatiche sui conti correnti online.

Nel «pharming», ha ritenuto il giudice, l’unica responsabilità è da addebitare alla banca che utilizza sistemi vulnerabili nei quali si verificano intrusioni di terzi che sottraggono dati e fondi dei clienti. L’hacker entra nel sistema informato dell’istituto di credito e sovrappone una pagina fittizia, identica a quella originale e quando il correntista inserisce dati e numero di conto, i pirati informatici li registrano e possono effettuare tutte le operazioni.

Nel «fishing» è il cliente viene ingannato da e-mail che lo inducono a fornire spontaneamente i propri dati e coordinate bancarie e quindi non si configura responsabilità dell’istituto di credito.

Il giudice non ha inoltre ritenuto valida, nel caso del «pharming» la clausola di esonero di responsabilità della banca prevista dal contratto, dal momento che la cliente non ha impropriamente utilizzato i codici di accesso, ma qualcuno li ha carpiti direttamente inserendosi nel sistema della banca.

Il giudice Carbone, accogliendo le tesi dell’avvocato Filippo Giangrasso, difensore della commerciante, ha ritenuto la banca responsabile di violazione delle norme contrattuali che impongono un limite di spesa – in unica soluzione vennero prelevati 10 mila euro a fronte di un limite di 5 mila – «culpa in vigilando» inosservanza degli obblighi sul trattamento dei dati personali. (Agi)



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Complimenti per la Ricarica Telefonica

ATTENZIONE A QUESTA E-MAIL, SI TRATTA DI UN TENTATIVO DI TRUFFA, CLICCANDO SARAI COLLEGATO AL SITO:

http://www. absoluterotik . de / WindShop / WindShop_file /WindShop.htm

QUESTO E’ UN CLONE DEL SITO WIND LA CUI FUNZIONE E’ MEMORIZZARE I VOSTRI DATI SENSIBILI, COMPRESI QUELLI DELLA CARTA DI CREDITO PER AZZERARE IL VOSTRO CONTO!!!

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tuo numero telefonico, acquista una ricarica telefonica del valore di 10,00 Euro, e ti regaleremo

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Cosa aspetti? Recati presso un Rivenditore Autorizzato Wind.

Tutti gli importi si intendono IVA inclusa.
Attivando il servizio si accettano le Condizioni Generali di Contratto relative ai servizi di Wind spa.
Per conoscere le ultime novità dell’offerta Wind e per avere informazioni commerciali, chiama il 155.
Le informazioni pubblicitarie riportate in questo sito web sono destinate alla diffusione via Internet.

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http://www.baylanguage.com/

Hello, I came to your blog and have been reading along your posts. I decided I will leave my first comment. I have enjoyed reading your blog. Nice blog. I will keep visiting this blog very often…

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Dalla Sicilia arriva la pizza “Ruby”: due bufale e tanti pomodorini

Certo i tempi sono proprio cambiati. In passato, per aggiudicarsi l’onore di veder associato il proprio nome alla specialità gastronomica italiana per eccellenza, cioè la pizza, bisognava essere almeno regine. La pizza Margherita, per esempio, fu creata alla fine dell’Ottocento da un cuoco napoletano per omaggiare la regina Margherita di Savoia, ispirandosi ai tre colori della bandiera italiana. Oggi basta molto meno.

Il coinvolgimento in uno scandalo a sfondo sessuale, qualche fugace apparizione nei salotti televisi giusti, ed il piatto è servito. Da qualche giorno, infatti, dal menù di un noto locale palermitano, i clienti possono ordinare la “pizza Ruby”.

L’idea è stata del titolare della pizzeria Mistral, locale piuttosto noto in Sicilia, essendosi aggiudicato nel 2009 il premio “Best in Sicily”. A giudicare dal risultato, Ron Garofalo, artefice della creazione, non deve essersi spremuto le meningi più di tanto per concepire il suo capolavoro. La pizza si presenta, infatti, come una tradizionale base di pasta, cosparsa di pomodoro, con al centro due mozzarelle di bufala intere. Chiaro il riferimento alle forme procaci della giovane marocchina Karima, in arte Ruby Rubacuori.

Non sarà molto originale, ma pare che la novità sia richiestissima dai clienti, che non vedono l’ora di assaggiare le rotondità…della mozzarella, in mancanza della modella ispiratrice.

“La pizza è nata da uno scherzo con i miei amici ma sta avendo un successo enorme”, ammette Ron.

Nonostante Ruby e il sexygate che coinvolge il Presidente del Consiglio siano oramai da mesi pane quotidiano per gli italiani, evidentemente non ne sono sazi: non è ancora arrivato il momento di dire “Ruby? ma che pizza…!”.
fonte Il fatto italiano

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