Positivo al palloncino: assolto perche’ era colluttorio

Sembra tanto una scusa ben orchestrata…… dubito che il fatto sia reale comunque riporto tale segnalazione….

Sciacquarsi la bocca con il colluttorio e poi mettersi al volante è pericoloso. Non si rischia di provocare incidenti. Ma si rischia lo stesso una condanna penale, una multa salata e il ritiro della patente per guida in stato di ebbrezza. Il tam tam che circola da tempo tra gli automobilisti è confermato da una sentenza appena depositata. Il colluttorio contiene alcool e anche se non viene ingerito e dunque non determina alterazioni dei riflessi, se si incappa in una pattuglia dei vigili può falsare il test alcolemico con tutte le spiacevoli conseguenze del caso. Salta però fuori anche che lo stesso può accadere con i farmaci utilizzati per curare l’asma e stavolta, anche se non sempre il foglietto illustrativo lo segnala, l’etanolo usato come eccipiente altera la capacità di guidare. È quanto emerso dal processo a carico di un automobilista foggiano di 40 anni che, se è stato assolto dall’accusa di aver provocato un incidente guidando dopo aver bevuto, ha comunque vissuto un purgatorio giudiziario durato quasi tre anni.

Era il 16 marzo 2008, quando G. A. – rugbista professionista, insegnante di educazione fisica, donatore di sangue – è rimasto coinvolto in un tamponamento a catena in viale Cenisio insieme ad altre due macchine. Invitato dai vigili a sottoporsi alla prova del palloncino, è risultato positivo: 0,87 grammi per litro alla prima prova e 0,92 alla seconda, quando il limite è di 0,5. Incredulo, ha subito dichiarato di essere da sempre astemio, ma il decreto penale di condanna è stato inevitabile. È poi emerso, però, che dopo l’incidente, mentre con i vigili aspettava in un bar una pattuglia che avesse lo strumento per fare il test, aveva utilizzato sia l’Aminomal, uno sciroppo per curare una bronchite cronica asmatica, sia il Listerine, un colluttorio antibatterico. Allora il suo difensore, l’avvocato Alessia Sorgato, ha pensato bene di far svolgere una consulenza tossicologica sui due prodotti per capire se potessero aver alterato il risultato del test. Ebbene sì. La dottoressa Marina C. Caligara della sezione di tossicologia forense dell’Università degli studi ha infatti spiegato che il 96 per cento degli eccipienti dell’Aminomal è costituito da alcol etilico e che una dose della medicina, secondo quanto riporta la scheda tecnica redatta dalla casa farmaceutica che lo produce, ne contiene il 20%, pari a 8,28 grammi «equivalenti a 200 millilitri di birra e a 83 millilitri di vino». Scrive l’esperta che «per la presenza di tale quantitativo di alcool, sempre nella scheda tecnica, vi è l’avvertenza di usare precauzione nelle donne in gravidanza e l’allerta che il quantitativo di alcool presente in Aminomal può alterare la capacità di guidare veicoli».

Un dato che non viene trascritto nel bugiardino. Quanto al Listerine, secondo la tossicologa è composto da alcool etilico al 21,6 per cento. Tuttavia, «poiché il suo uso è topico, l’assorbimento attraverso la mucosa è irrilevante e inidoneo a determinare valori alcolemici significativi. Può, invece, contribuire a falsare la misura etilometrica per la presenza di residui nel cavo orale». Ebbene, all’esito della consulenza – viste però anche le prescrizioni dei farmaci all’automobilista e le testimonianze che suffragano che l’imputato è astemio, il giudice dell’ottava sezione penale lo ha assolto.

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