L’asino da combattimento

Amed ci segnala questa storia marocchina

C’era una volta un vecchio carbonaio, che viveva su una montagna, solo con il suo asino; di quando in quando, non appena aveva fabbricato sufficiente carbone, lo caricava sull’asino e andava a venderlo al mercato; poi, tornava sulla montagna e riprendeva il suo lavoro. Quando cominciò a sentirsi troppo vecchio per quella vita si disse “Cosa me ne faccio adesso di quest’asino? Andrò a venderlo, almeno ne ricaverò qualche soldo.”
Si mise quindi in cammino per recarsi l’ultima volta al mercato; quando giunse in città, vide centinaia di asini giovani e forti, muli decorati di nastri e campanelle e splendidi cavalli. Il carbonaio osservò il suo asino, decisamente magro, spelacchiato e barcollante: “Qui, nessuno vorrà saperne di te; andiamo altrove.”
Camminarono per altri due giorni, finché giunsero ad una grande città. Quando varcarono la porta la gente fuggì gridando terrorizzata. “Cosa succede?” si domandò il vecchio. L’asino, innervosito dal tumulto, si mise a ragliare: “Hi-ho! Hi-ho!”
“Aiuto” gridava la gente “che cos’è questa bestia spaventosa?”
Il carbonaio non perse tempo e dichiarò: “E’ il mio asino. Questo animale è una vera forza della natura, una bestia valorosa e terribile, che mi ha aiutato a vincere tutti i nemici. Si tratta di un asino da combattimento! Ormai sono vecchio e non ho più nemici. Il mio asino, che è ancora giovane e robusto, è desideroso di dimostrare il suo valore, ma è costretto a portare la mia roba: che triste destino!”
La notizia si diffuse e giunse alle orecchie del re, che invitò il carbonaio a palazzo. “Venerabile vecchio” disse il re “mi è stato riferito che possiedi un asino da combattimento che ha sconfitto i tuoi nemici e ti ha fatto vincere tutte le guerre. Vorresti vendermelo?”
“Ah, signore, quest’asino è il compagno dei miei giorni e non lo cederei a nessun
costo!”
“Neppure per cento monete d’oro?”
“Mai!”
“Duecento?”
“Non insistete!”
“Cinquecento?”
“Non posso, è il mio unico amico!”
Finalmente, il re offrì al carbonaio il peso del suo asino in oro.
“D’accordo!” sospirò il vecchio “Ma come farò a ritornare a casa, senza il mio asino?”
Il giorno seguente, il carbonaio ripartì verso la sua montagna, cavalcando un superbo cammello e due enormi sacchi pieni d’oro gli facevano da cuscini. L’asino intanto, nella scuderia reale, riacquistava le forze grazie alle doppie razioni che gli venivano date al mattino e alla sera e considerava la sua esistenza davvero piacevole. Talvolta ripensava con nostalgia al suo vecchio padrone e si lasciava
sfuggire qualche hi-ho risonante. Allora la gente diceva: “Il nostro asino da combattimento si allena!”
Un giorno, le sentinelle gridarono: “Allarme! L’esercito nemico si avvicina alle nostre mura!”
Il re si rivolse alla popolazione: “Non temete! I nostri soldati sorvegliano e il
nostro asino saprà proteggerci!”
Così, aprirono la porta della città e spinsero fuori l’asino, all’assalto del nemico. Tutto contento di aver ritrovato la sua libertà, l’asino cominciò a ragliare con tutte le sue forze: “Hi-ho! Hi-ho!”
Poi, si rotolò sull’erba verde scalciando e ragliando. I nemici si fermarono, terrorizzati: cos’era quell’animale mostruoso che sembrava beffarsi di loro?
All’improvviso, l’asino si raddrizzò sulle zampe: aveva visto i cammelli del campo nemico. Si precipitò allegramente verso di loro, chiamandoli con la sua bella
voce: “Hi-ho! Hi-ho!”
“Urrà!” gridarono gli abitanti della città, che seguivano la scena dall’alto delle mura “il nostro asino da combattimento ha cacciato il nemico!”
L’asino fu portato in trionfo come un eroe e ricevette tutti gli onori. Visse per sempre felice. Il carbonaio, sulla montagna, si godeva il suo oro e di quando in quando sorrideva maliziosamente sentendo in lontananza il richiamo del suo asino: “Hi-ho! Hi-ho!”

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